EROI O PERSONE PERBENE?

Non possiamo non accodarci al vento dell’emozione che in questi giorni spira da tutte le parti. Essere meno impegnati ci mette nella condizione di comprendere meglio le nostre capacità, anche le più sopite. Ed ecco arrivare un fremito quando sentiamo che i medici stanno facendo il loro lavoro, pur allo stremo delle forze. Ci viene un groppo alla gola quando ci si organizza per il trasporto di medicine o della spesa a chi ne ha bisogno. E così via.

Queste cose “scartavetrano” lo spessore di indifferenza che troppo spesso avvolge la nostra coscienza (in umbro: ratta vs fegatello?). Ma la coscienza deve per forza essere scartavetrata? E’ mai possibile che un seppur flebile lasso di tempo riesca a far sedimentare sopra di essa uno strato così impenetrabile?

Perché avviene tutto questo? Forse non abbiamo tempo per mettere in pratica i suoi stimoli o, magari, considerandolo un “organo” prezioso va salvaguardato nel migliore dei modi per attivarlo solo in casi estremi.

Si, ho parlato di “organo” senza paura di sbagliare, anche perché non sono un medico. Anche se non lo è, alla stregua di un organo, per poter funzionare al meglio dovrebbe essere attivata continuamente e non solo in occasioni “pandemiche”.

Troviamo insieme un po’ di tempo per pensare che esiste un Popolo che si alza tutte le mattine e in tutti i modi prova a compiere il proprio dovere per il bene della nostra italianità. Un Popolo che tutti i giorni canta (idealmente) l’inno di Mameli stando davanti agli altoforni, su un camion, un trattore, negli uffici, nei cantieri, nei mercati.

Non è un popolo di eroi ma di persone perbene. Non fanno cose straordinarie ma straordinaria risulta la “rete delle cose” che fanno secondo coscienza. Triste quel luogo che ha costante bisogno di eroi. Accendono gli animi, fino a bruciarli per poi vederne i fumi quando, da lontano, a cavallo si rigirano noiosamente mentre si stanno dirigendo verso la prossima grande impresa dove troveranno, ancora una volta, i due elementi per mantenere il proprio status di eroe: un popolo di ….. disorientati ed una coscienza sopita.

Abbiamo cura di dare insieme il valore che i vari elementi meritano! Soprattutto, non facciamo passare il messaggio che il comandante di una nave debba essere considerato eroe, ed insignito della carica di Commendatore della Repubblica per la mera circostanza di essere stato l’ultimo a sbarcare dalla sua nave. Questo protocollo era seguito anche dai Bucanieri! Riportando il boccino al centro: se si sbarca per primi mettendo i passeggeri ed equipaggio in situazione di pericolo si va in galera (è successo qualche anno fa), se si sbarca per ultimo si fa il proprio dovere, se quest’ultimo comportamento è arricchito da altre circostanze virtuose può essere insignito di altri onori. 

La relazione virtuosa tra la nostra testa e la nostra coscienza dischiuderà possibilità di lettura inimmaginabili. Ci farà comprendere come con i quasi 50 milioni che un solo partito politico deve restituire allo Stato sia  possibile allestire non i 500 posti letto previsti proprio da una delle sue amministrazioni regionali, ma anche molto di più. Questo i cittadini, pur in quarantena, dovrebbero considerarlo. E la dilatazione del concetto in base al quale anche altri partiti hanno i propri scheletri non annacqua la riflessione, anzi la rafforza!

Siamo ad un tale grado di internazionalizzazione che, nel volgere di pochi mesi, da internatori si diventa internati, senza battere ciglio.

Triste quel paese che invoca costantemente gli eroi e che a loro consegna il testimone per la risoluzione di tutti i problemi. Soluzione fin troppo facile con un preoccupante epilogo: un costo finale insostenibile per il nostro orgoglio di cittadini.

Voglio, invece, continuare a pensare al mio Paese come insieme di persone perbene che si affida alle proprie capacità, coscienze e teste per affrontare il quotidiano, pur nel grande rispetto di quell’insieme di regole che solo una democrazia partecipata matura è in grado di esprimere.

RESTATE A CASA

dal Gruppo Consiliare Acquasparta e Futuro