di Elisa Ciribuco
Secondo la legge n.56/2014, meglio nota come legge Del Rio: “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico”.
Nel nostro comune sono previsti 4 assessori: considerando che il sindaco deve essere computato nel calcolo, vuol dire che almeno 2 assessori devono essere del genere meno rappresentato. Stando a come si è configurata la giunta lo scorso 13 giugno questo non è avvenuto.
È da sottolineare anche come la legge Del Rio faccia distinzione tra i comuni con meno di 3.000 abitanti e con quelli di popolazione superiore: nel primo caso si tratta di una norma non obbligatoria, con solo carattere precettivo; nel secondo caso, il nostro, la norma non è derogabile. Dal 2014, anno dell’entrata in vigore, la legge Del Rio è stata ampiamente assorbita e metabolizzata, ed anche arricchita ed integrata da numerose sentenze e pronunce, tra gli altri anche del TAR. La norma prevede tra l’altro una procedura istruttoria ben articolata. Voglio ricordare in merito la sentenza N.406/2016 del Consiglio di Stato, secondo cui l’impossibilità ad adempiere la norma deve essere “adeguatamente provata”, rendendo di fatto la norma difficilmente eludibile. Inoltre, è importante evidenziare come la violazione della norma sia ancor più grave nei comuni, come il nostro, in cui da statuto è prevista la possibilità di nominare assessori esterni.
Ma veniamo alla situazione del nostro Comune. Il 6 giugno scorso è arrivata una lettera da parte della Regione, dalla Consigliera alle Pari Opportunità Monica Paparelli, che invitava il Sindaco, in vista dell’imminente composizione della giunta, a tenere conto della legge Del Rio. Il 13 giugno scorso, nell’ambito del primo Consiglio Comunale si è configurata l’attuale composizione della giunta e all’osservazione del consigliere Alunni sul mancato rispetto della rappresentanza di genere, il Sindaco ha dato una risposta del tutto insoddisfacente. Riporto qui la citazione testuale dal verbale della seduta : “rispetto alla parità di genere, noi abbiamo valutato con molta attenzione e ponderatezza e mi pare che comunque in giunta una donna c’è. L’abbiamo valutato anche perché l’altra ha manifestato la sua indisponibilità, non ci sembrava il caso di dover ricorrere all’assessore esterno, perché l’assessore esterno di solito si nomina quando c’è da pagare dazio, cioè quando deve corrispondere qualcosa a qualche forza politica esterna che ci ha sostenuto. Noi questo non ce l’abbiamo, noi abbiamo fatto tutto da soli.”
A dispetto di quanto previsto della legge, se si vuole intendere la nomina dell’assessore esterno come un dazio da pagare a forze politiche (o similari) esterne che hanno sostenuto la lista, sorge spontanea un’osservazione, ovvero, che i dazi possono essere pagati anche in senso contrario, all’interno della lista.
Il Sindaco ha poi aggiunto: “ la scelta è stata esclusivamente di pertinenza e di rispetto della parità di genere”. Evidentemente, se vi fosse stato davvero tale rispetto della norma, l’8 luglio scorso non sarebbe arrivata una lettera di diffida da parte della Regione che invitava il sindaco a rivedere la composizione della giunta entro 30 giorni dal ricevimento della stessa. Come già evidenziato, la norma prevede una chiara procedura istruttoria per l’adempimento ed in caso di impossibilità ad adempiere occorre darne prova adeguata. Tutto ciò che abbiamo è una nota (prot. 5941) delle 9.31 del mattino del 13 giugno da parte della consigliera Corallini in cui comunica la propria indisponibilità momentanea ad assumere la carica di assessore. La stessa ha poi dichiarato poche ore più tardi nel pomeriggio, durante la prima seduta del consiglio comunale: “sono pronta a lavorare con dedizione e passione per Acquasparta, per i cittadini e per le sue speranze” non lasciando intendere chiaramente tale indisponibilità al resto del Consiglio.
Che la procedura istruttoria per l’adempimento della norma non sia stata eseguita in modo adeguato emerge chiaramente anche dalla lettera del Sindaco in risposta alla diffida della consigliera Paparelli, in cui si nomina solamente la già citata nota di indisponibilità pervenuta dalla consigliera Corallini. Tuttavia, non vi sono accenni riguardanti le altre donne che erano presenti in lista e alla società civile. Perché è così che si sarebbe dovuto procedere: per gradi, effettuando prima un’indagine tra le elette, successivamente, in caso di indisponibilità, tra le non elette ed infine tra la società civile. Il tutto, ricordo, dovrebbe poi essere adeguatamente provato. Tutto ciò non si è verificato.
Data la situazione fin qui descritta è pacifico assumere che la giunta si trovi in una situazione di illegittimità.
Ma al di là dell’aspetto normativo, a parer mio, occorre tener conto anche della questione politica. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo visto come questi dispositivi legislativi siano andati via via concretizzandosi sempre più. C’è sempre maggiore sensibilità e attenzione sulla questione della parità di genere, anche grazie all’operato delle istituzioni sovranazionali, l’UE per prima ha dato esempio concreto: basti pensare che oggi abbiamo come presidenti della CE e della BCE delle donne.
Questo spirito io l’ho potuto notare anche ad Acquasparta, dove per la prima volta si sono candidate due liste con una forte componente femminile: cinque donne nella lista “Giovanni Montani Sindaco” e sei donne nella lista “Acquasparta e Futuro – Umberto Alunni Sindaco”. Nelle passate elezioni, gli elettori della lista “Giovanni Montani Sindaco”, per oltre il 35% hanno espresso una preferenza al genere femminile. Questo 35% sembra facilmente arrotondabile per eccesso al 40% previsto dalla legge Del Rio e ben lontano dal 20% effettivamente accordato alla rappresentanza delle donne nell’attuale giunta. Si pone, inoltre, anche una questione di rappresentatività, in quanto il 51% dei cittadini di Acquasparta è di genere femminile.
Della nostra inadempienza della legge Del Rio (inadempienza verificatasi anche nei comuni di Arrone, Ferentillo e San Gemini) ha parlato il Messaggero, in un articolo del 26 giugno e in uno del 28 agosto. Ecco quanto dichiarato dalla Vice Presidente del Centro per le Pari Opportunità, Sonia Berrettini: “non si tratta di chiedere qualche poltrona, termine di moda in questi tempi. Si tratta di compiere scelte rispettose di un percorso che la politica italiana ha fatto in termini di rappresentanza, e che nel resto d’Europa è prassi consolidata. Ci sembra persino offensivo doverne ricordare le ragioni che hanno portato a una condivisione trasversale sugli aspetti legislativi”.
Credo che tra le non elette della lista, come abbiamo avuto tutti modo di apprezzare durante la campagna elettorale, vi fossero competenze e professionalità di alto rilievo. Sarebbe per noi offensivo, anche solo pensare alla possibilità che noi donne siamo state invitate a candidarci “soltanto per fare numero”. Nel nostro Paese, è innegabile la presenza di un retaggio culturale che fa sì che la politica (ma non solo) sia ancora un luogo di difficile accesso per le donne. L’applicazione del meccanismo delle “QUOTE ROSA” ha fatto in modo che la donna potesse essere presente in quegli ambienti che sono sempre stati caratterizzati da presenze maschili. La Commissione Europea definisce le quote di rappresentanza un dispositivo “volto a correggere uno squilibrio”.
Molti sottovalutano la questione delle pari opportunità. Alcune persone mi hanno domandato “perché perdere tempo con un’interrogazione sul mancato rispetto della rappresentanza di genere, quando ci sono cose più importanti a cui pensare”. Punto primo: la legge è legge, non un opzione. Punto secondo: chiunque svilisce e non riconosce l’importanza delle pari opportunità dimostra di non avere contezza di quella che è la realtà, poiché quest’ultima non si interpreta per “sentito dire” ma grazie ai dati. Il report del Global Gender Gap, stilato annualmente dal World Economic Forum, ci dice che l’Italia si colloca al 76° posto nella classifica riguardante il divario sulle pari opportunità tra uomini e donne. Dopo la Thailandia e prima del Suriname. Un risultato, questo, che deve spingerci a prendere atto del fatto che la strada da percorre, in termini di parità, è ancora tutta in salita.
Nel corso del Consiglio del 30 agosto scorso, nell’ambito della discussione dell’interrogazione sul mancato rispetto della rappresentanza di genere (presentata in data 11 luglio 2019), ho posto queste considerazioni all’attenzione del Sindaco e degli altri Consiglieri. Questa la risposta del Sindaco: “Ti assicuro che non finisce qui e l’impegno è quello di continuare la ricerca…faremo ulteriori ricerche. Io sono sinceramente attento a questo”.
Siamo a dicembre, la procedura istruttoria per l’adempimento della legge Del Rio non è stata ancora rispettata e nel frattempo si sono verificati alcuni importanti eventi.
- L’Amministrazione comunale di Ferentillo ha rivisto la composizione della propria Giunta nel rispetto della legge;
- La Consigliera delle Pari Opportunità, assieme alla sottoscritta e al capogruppo del gruppo “Acquasparta e Futuro”, ha presentato Esposto al Prefetto di Terni considerata la grave situazione di illegittimità in cui versa l’attuale Giunta e con essa tutti gli atti dalla medesima nel frattempo prodotti;
- L’Avv. Manuela Landi, prima delle non elette della lista “Giovanni Montani Sindaco”, con una pec del 20 novembre scorso si è resa disponibile a ricoprire l’incarico di assessore per riequilibrare la Giunta;
- Con pec dello scorso 5 dicembre 2019 la Consigliera regionale per le Pari Opportunità ha inoltrato una comunicazione al Sindaco e a ciascun Consigliere Comunale che concludeva in tal modo: Essendo venuta a conoscenza della comunicazione inviata a mezzo posta certificata il 20 novembre scorso a codesta Amministrazione dall’Avvocata Manuela Landi, prima candidata non eletta della lista “Giovanni Montani Sindaco”, che si è detta disponibile a ricoprire la carica assessorile, superando così l’illegittima composizione della giunta comunale, invito il Sindaco a prendere atto quanto prima della qualificata proposta avanzata dall’Avvocata Manuela Landi sollecitandolo a regolarizzare tale inadempimento, in mancanza della necessaria istruttoria per la ricerca delle candidature qualificate alla carica da ricoprire.
Rimando le conclusioni successivamente al Consiglio Comunale del 21 dicembre.
