REPLICA A INTERROGAZIONE FESTA LIBERAZIONE

Pubblichiamo la replica del nostro gruppo alle risposte sull’interrogazione in questione. Appena possibile si riporterà il link alla deliberazione di consiglio completa.

REPLICA ALL’INTERROGAZIONE “MANCATO RICONOSCIMENTO DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE” – CONSIGLIO COMUNALE DEL 14 MAGGIO 2020

DI UMBERTO ALUNNI – ACQUASPARTA E FUTURO

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo PizzoniLuigi LongoEmilio SereniSandro Pertini e Leo Valiani proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano».

Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista.

Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive“) che recitava:

La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive“)[5], essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale:

«Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti: ……….  il 25 aprile, anniversario della liberazione;[…]»

Da allora, annualmente in tutte le città italiane – specialmente in quelle decorate al valor militare per la guerra di liberazione – vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento.

Tra gli eventi del programma della festa c’è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

Anche altri paesi europei ricordano la fine dell’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale, ma in date diverse: Paesi Bassi e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, in Norvegia è festa l’8 maggio, in Romania il 23 agosto. Anche in Etiopia si festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, ma in quel caso per ricordare la fine dell’occupazione italiana, avvenuta nel 1941.

In una recente intervista , il cui stralcio è disponibile sul nostro sito internet “acquaspartaefuturo.it” il Sindaco ha detto: “Ne discuto a volte con amici ebrei …….   ( ??? ) ….. quando questa sarà il riconoscimento e commemorerà tutti i morti io sono assolutamente d’accordo su questo io invece … ho visto solo che è una festa di parte … e a me le partigianerie non mi sono mai piaciute …. devo essere il sindaco di tutti … al di sopra delle prese di posizione”.

Dobbiamo, però, raccontare alle Concittadine e ai Concittadini che anche il Ministero dell’Interno, che ha diramato apposite istruzioni per le celebrazioni della FESTA NAZIONALE DELLA LIBERAZIONE IN FORMA PUBBLICA in tempo di COVID-19,   e il nostro Presidente della Repubblica, che con il fazioso o le partigianerie non credo abbiano niente a che fare,  non tengono conto dei tuoi punti di vista. Forse bisognerà avvertirli in quale bailamme si stanno cacciando.

Mi sento dire che i nonni del Sindaco erano antifascisti. Credo che debbano essere lasciati in pace nel rispetto della loro memoria come quella di tutti i defunti. Sento ancora che il Sindaco parla con esponenti della comunità ebraica di Roma di liberazione. Ma se tanto mi dà tanto oserà parlare con gli americani e gli ex partigiani di lager e internamenti. Ancora una volta non si ravvisano adeguate correlazioni alle tematiche oggetto di interesse. Ma tant’è!

Avere piena contezza di cosa si stia parlando non è un’opzione o un arricchimento personale ma una condizione necessaria e tutti gli altri che non la pensano come te non sono latori di “false e gravi illazioni” o sono “infantili”, come  mi hai recentemente additato.

Ancora una volta sono cambiate le carte in tavola e da una presa di posizione che considerava una festa nazionale espressione di “partigianerie” si è passati alla scusa del Covid-19 che, come il pimzimonio, sta bene su tutto. Oggi mi si dice che la festa la si sarebbe voluta onorare ma poi non è stato possibile e che la faremo l’anno prossimo. Quindi non più partigianerie ma solo ritardo temporale. Chiedo alle Concittadine e ai Concittadini di focalizzare bene l’attenzione di come sia possibile cambiare opinione nel giro di poco tempo, ma credo ormai che ci si saranno abituate/i.

Ti prego di non voler individuare alcuna goliardia in quello che dico ma solo tristezza, tristezza mista a vergogna come Acquaspartano perché il nostro è stato l’unico Comune del circondario, a quanto mi risulta, a non aver onorato una festa nazionale così sentita da tutti. La nostra proposta di replicare l’iniziativa insieme verteva proprio in tal senso. E sarebbe stata l’occasione per recuperare quella serenità che con i vostri assolutismi state fortemente minando.Pertanto non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta.